Comunicato Stampa


Esprimo la mia soddisfazione per il fatto che il Consiglio Regionale, all'unanimità, ha approvato un ordine del giorno con cui è stato deciso di procedere all'eradicazione del cinghiale dal Parco del Conero.

Ringrazio tutti i Consiglieri Regionali, in particolare Giancarli, Badiali, Bugaro e Busilacchi per la celerità e la disponibilità nel fissare il proficuo incontro, tenutosi ieri, con i Comuni interessati, la Provincia ed il Parco del Conero per definire la fase operativa dell'attività di eradicazione.

"L'eradicazione tendente allo zero della specie" è un eufemismo.

Sta di fatto che la volontà del Consiglio Regionale è diretta ad accogliere la richiesta del Comune di Sirolo, a suo tempo inviata anche alla Regione, formalizzata anche con delibera di Giunta Municipale n. 76 del 23.06.2011, diretta all'eradicazione effettiva degli ungulati dall''area protetta del Conero, che tanti danni hanno arrecato all'agricoltura, alle strutture turistiche, quale il Conero Golf Club, alla pubblica incolumità (sinistri stradali anche con lesioni alle persone) ed allo stesso ecosistema (sottobosco devastato dall'attività di scavo alla ricerca di tuberi, radici, ecc.).

All'indomani della mia elezione a Sindaco ho iniziato, allora pressoché isolato ( ma i fatti poi mi hanno dato ragione) la battaglia per l'eradicazione, che finalmente ha avuto un esito positivo.

Nella riunione tenutasi ieri ho voluto dare un contributo concreto e tecnico alla discussione, che non può e non deve essere costituita da petizioni di principio o da disquisizioni ideologiche che nulla hanno a che vedere con il problema. E' indubbio che la selezione con abbattimenti da appostamenti fissi ( da altane) è risultata insufficiente e non ha dato i risultati sperati, anche perché i cinghiali sono animali ad abitudini prevalentemente "crepuscolari" e notturne e perché  vi è sospensione dell'attività nel periodo estivo (15 luglio - 31 Agosto). La particolare facilità di riproduzione dei cinghiali (le nascite raggiungono il picco massimo nel periodo Aprile-Maggio ed Agosto-Settembre e le scrofe possono dare alla luce anche dieci piccoli) rendono vana la suddetta attività di selezione, che deve essere necessariamente affiancata da altre attività di prelievo , quali quelle col sistema della cerca, della braccata, della girata (ove la vegetazione è particolarmente densa), dal trappolaggio ad opera degli agricoltori sia nell'area del Parco che nelle aree contigue ad essa.

Ma prima ancora di procedere a queste ulteriori attività di prelievo, che necessitano di tempi lunghi anche per adeguamenti normativi, è necessario procedere con immediatezza nella presente stagione estiva, stante oltre tutto la sospensione dell'attività di abbattimento.

Occorre quindi procedere subito, senza indugi di sorta, ad utilizzare il metodo c.d. dei "chiusini", ossia di piccoli recinti la cui chiusura viene azionata dagli stessi cinghiali che sono attirati all'interno da ripetute offerte alimentari e/o dalla presenza di acqua. I cinghiali hanno una struttura matriarcale e le scrofe procedono in branco con il loro piccoli. I chiusini permettono la cattura di interi e numerosi gruppi familiari senza alcun contatto diretto con gli operatori, azzerando la potenziale pericolosità degli ungulati, che oltre tutto con tale metodo possono essere non abbattuti ma trasferiti in altre zone. Questo tipo di trappola rende anche possibile la modificazione locale della struttura della popolazione, permettendo la cattura delle femmine e degli individui giovani.

La allocazione dei chiusini dovrebbe essere fatta preferibilmente nelle zone di approvvigionamento di acqua dei cinghiali, che possono essere individuate nei fossi del territorio del Conero, nonché negli accessi al campo da golf.

Si tratta di un sistema particolarmente efficace, già utilizzato con successo in altri parchi nazionali e regionali, ivi compresi quelli di Abruzzo e Marche.

La sua immediata adozione non eliminerebbe la necessità delle altre sopra citate forme di prelievo ma sarebbe più che mai utile al contenimento contingente della specie ed a rendere le successive misure                                 meno drastiche ed invasive.  

La soluzione del problema è urgente e non va procrastinata, come non va procrastinata la soluzione della questione, che deve far capo necessariamente alla Regione Marche e all'Ente Parco,  degli indennizzi agli agricoltori ed a tutti coloro che hanno subito danni (utenti della strada, proprietari di strutture).

Come ho sempre evidenziato e sottolineato anche nel summit di ieri il risarcimento integrale dei danni, che ora sono liquidati in  misura irrisoria ed illegittima, è questione non solo di civiltà giuridica ma anche e soprattutto di giustizia sociale.


Sirolo, 28 luglio 2011

                                                                                             IL SINDACO

                                                                                       Avv. Moreno Misiti